MEME - La rivoluzione sarà ripostata

Dal 15/5/2018 Al 30/6/2018

In mostra opere di: Dario Arcidiacono, Massimo Caccia, Maurizio Cattelan, Paolo De Cuarto, Max Ferrigno, Pao, Mimmo Rotella, Mario Schifano, TV Boy, Jacques Villeglé.

Tra i meme più diffusi del 2017 c’è un’immagine estratta dalla serie #HoodDocumentary che vede come protagonista l’attore inglese Kayode Ewumi che, con un sorriso alla Eddie Murphy, invita a usare la testa. Per quanto questo fatto possa lasciarci indifferenti, stupiti o perplessi, quell’immagine contribuisce a creare il nostro DNA culturale globalizzato,quindi ci riguarda tutti. Perché, nonostante i muri sempre più alti, i dazi sempre più cari e le leggi sempre meno inclusive, esiste ancora una terra comune che ospita miliardi di persone dove ognuno ha lo stesso diritto di esprimere la propria opinione, ovvero Internet. E come il nostro DNA è fatto di geni, il DNA culturale di Internet è fatto di meme, mode, frasi, video e immagini che si auto-propagano tra le persone attraverso citazione e imitazione spesso sfuggendo il controllo di chi li ha creati. Come nel caso di Pepe The Frog, ranocchia grottesca creata da Matt Furie nel 2005, che negli anni è diventata, a dispetto del suo autore, strumento di propaganda della alt-right americana e di Donald Trump. Perché il meme non è mai un punto d’arrivo ma è sempre un punto di inizio. Il termine stesso “meme” riprende la parola greca μίμημα, ovvero quella famigerata imitazione di imitazione che Platone, più di due 2000 anni fa, condannava perché di tre gradi lontana dal vero. Eppure è proprio dall’imitazione che tutto ha inizio. Fin da bambini apprendiamo per imitazione. Imitiamo, impariamo e poi innoviamo. E così funziona anche nel mondo dell’arte. Si comincia imitando grandi artisti e si finisce per trovare il proprio stile. Non a caso Seong-Young Her, fondatore del sito Philosopher’s Meme, considera i meme il nuovo Dada, i successori spirituali del situazionismo. Nei meme c’è il citazionismo figlio del postmoderno, l’utilizzo di immagini prese dalla cultura di massa d’ispirazione Pop, l’ironia del surrealismo, la ripetizione dei soggetti tipica del movimento Street Art e imolteplici livelli di lettura dell’arte concettuale. Il tutto elevato alla potenza di Internet e dei suoi miliardi di utilizzatori che, come in una grande Block Chain socio-culturale, contribuiscono a diffondere, modificare e interpretare immagini e concetti dandogli significati sempre nuovi. Questa mostra nasce con l’obiettivo di indagare più a fondo il ruolo dell’arte nell’epoca dei meme. Cosa resterà di questo universo di immagini e pensieri? Aveva ragione Platone a condannare l’imitazione di imitazione, oppure l’imitazione è più vicina al vero di quanto lo sia la realtà stessa? Qual è il significato di un’opera? Quello che gli ha voluto dare il suo autore oppure quello che gli attribuisce il pubblico? Abbiamo provato a dare spunti di riflessione, più che risposte, attraverso le venti opere in esposizione, di artisti che nel loro DNA hanno molti degli elementi che caratterizzano l’immaginario contemporaneo. Da Pao a Massimo Caccia, da TvBoy a Dario Arcidiacono, da Max Ferrigno a Paolo De Cuarto, passando per le opere di precursori della nostra epoca come Mimmo Rotella, Mario Schifano, Maurizio Cattelan e Jacques Villeglé.


GALLERIA D'ARTE IL CASTELLO

Via Brera 16 - Milano

Inaugurazione: Martedì 15 Maggio 2018 dalle ore 18

La mostra proseguirà fino al 30 giugno 2018 con i seguenti orari: dal martedi al sabato 11-18:30 | lunedi 15-18:30  

catalogo in galleria con testo critico di Jacopo Perfetti

con il sostegno di ROTAS BROKER